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giovedì 28 settembre 2017

UNA CENA FRANCESCANA DAL SAPORE “SPECIALE”

CONVENTO SAN FRANCESCO
GROSSETO

“Si non fuerit satis. Mementote paupertatis”



L’incasso sarà interamente devoluto alle missioni.
Sarà preceduta e seguita da alcune preziose iniziative culturali e musicali

A cena con i Frati del San Francesco. Ma non sarà una cena qualsiasi, intanto perché si terrà sabato 30 settembre, giorno in cui questa Parrocchia darà inizio a tutta una serie di iniziative che culmineranno il 4 ottobre, giorno in cui si celebra San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, ma sarà un vero e proprio riappropriarci della memoria come patrimonio della nostra cultura, presente anche nella nostra città.
Un’occasione per conoscere ancor di più la vita dei frati francescani nel corso dei tempi e della storia e questa volta attraverso una “chiave” del tutto particolare ed originale, il cibo.

In realtà i frati di Francesco non erano poi cuochi così esperti per un motivo ben preciso, tanto è vero che una volta un frate guardiano fece dipingere a grossi caratteri sulla parete che fronteggiava il refettorio: “Si non fuerit satis, mementote paupertatis”(Se non sarete sazi, ricordatevi che siete poveri).
Nel mondo francescano, infatti il cuoco conventuale era  ad tempus, cioè svolgeva quel compito solo per un periodo limitato, quindi non aveva la possibilità di affinare la sua arte, ma poteva soltanto servirsi del suo ingegno. Inoltre la mensa era frugale perché condizionata dalla questua, dalla magra dispensa e dai prodotti della terra che i frati riuscivano a produrre o che ricevevano in offerta. Per questo nella vita francescana la gastronomia non fu mai una scienza, come in altri ordini religiosi, e non ebbe mai una tradizione orale e scritta.
Ma se il pasto semplice e frugale era per i frati la regola, non poteva, nei giorni di festa, mancare l’eccezione. Ecco così che ingegno, fantasia e un pizzico di abilità consentirono di elaborare piatti gustosi che saranno proposti proprio durante la cena francescana del 30 settembre, a cura della Obiettivo Francesco onlus.

Ecco il menù: si inizierà con un crostone con pancetta e noci, seguiranno torta con erbe dell’orto, cacio e miele e frittata di cipolle all’aceto di botte (quest’ultima immancabile nei conventi perché l’aceto  veniva impiegato in mille occasioni, come condimento, igienizzante, decalcificante, medicamento, ecc.).
Seguiranno una zuppa di farro con legumi dei sacchi (anche questi, pieni di legumi di vario tipo, erano sempre presenti nelle cantine dei conventi) e polenta con il capriolo.
Non mancheranno, certo, i dolci: schiacciata con l’uva, dolcetti delle monache accompagnati da vino liquoroso e, soprattutto, i celebri Mostaccioli di San Francesco, biscotti grandi un dito, a base di farina, miele, mandorle tostate, cannella, scorza d’arancia, che San Francesco stesso richiese a donna Jacopa di Settesogli di preparargli, inviandogli una lettera ormai prossimo alla morte: "A donna Jacopa, serva dell'Altissimo, frate Francesco poverello di Cristo augura salute e la comunione nello Spirito Santo nel Signore Gesù Cristo. Sappi, carissima,  che Cristo benedetto, per sua grazia, mi ha rivelato che la fine della mia vita è ormai prossima. Perciò, se vuoi trovarmi vivo, vista questa lettera, affrettati a venire a Santa Maria degli Angeli. Infatti,  se non verrai prima di tale giorno, non mi potrai trovare vivo. E porta con te un panno di cilicio in cui tu possa avvolgere il mio corpo e la  cera per la sepoltura. Ti prego ancora che mi porti di quei dolci, che eri solita darmi quando mi trovavo ammalato a Roma".

Ma la cena sarà ancor più preziosa perché ospitata nella suggestiva cornice del chiostro del ‘500 del convento, in cui, per l’occasione, sarà ricostruita un’originale ambientazione medievale con figuranti in costume d’epoca che serviranno le portate.
Il costo di questa particolare cena francescana è di 20 euro a persona e l’incasso sarà interamente devoluto alle missioni francescane.
Chi vuole partecipare deve  prenotarsi direttamente dai frati del Convento del San Francesco.

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